Il treno parte, ma non è la solita tradotta fatta di carri merci adibiti al bestiame; due vetture, due vagoni per il trasporto delle persone sono riservati a noi. Forse stiamo sognando ma finché il sogno dura viviamolo perché è tanto bello! Si corre veloci, si attraversano paesaggi e luoghi verdi, puliti, bellissimi e in lontananza si vedono svettare nell’alto di un cielo azzurro e limpido alte montagne con le cime imbiancate.
Sono le Alpi, non ci sono dubbi di sorta. Siamo a Semering, zona di confine tra russi e inglesi; nuova visita di controllo e appello nominativo; scambio di documenti tra inglesi e soldati dell’Armata Rossa poi di nuovo via verso la libertà. Poi ecco il confine e al di là l’Italia, la nostra terra, la cara Patria invocata per anni, la vita, le nostre famiglie, tutto. Stazione di Villac; addio Austria. Ore tredici del 19 luglio dell’anno 1946: Tarvisio, come sta scritto su uno sbiadito ma ancora leggibile cartello e in lingua italiana. l’incubo è finito, scomparsi il terrore e il dolore, tutto.