La musica e l'avvenimento cristiano

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di Alessandro Colliva

L'Occidente cristiano ha continuato la tradizione di fare musica per gli avvenimenti più importanti della vita, ovvero per ogni liturgia, come era prassi nella civiltà greco-romana e anche in quella giudaica.
La tradizione musicale greco-romana si è trasformata all'interno del canto gregoriano, la musica liturgica per eccellenza.
Nel secondo millennio, il gregoriano ha avuto sviluppi prima nell' ars nova, poi nella polifonia. Tutti i compositori dal XIII secolo in poi si sono dovuti misurare con gli avvenimenti sacri e profani della vita sociale e privata del popolo.
Il Natale, ovvero la nascita di Nostro Signore Gesù Cristo, ha costituito un paradigma, un modello, un archetipo per le creazioni musicali, secondo solo alla Settimana Santa. L'atmosfera bucolica, i pastori, i re magi, la stella cometa, la grotta, la mangiatoia, il bue e l'asinello, Giuseppe e Maria, sono rimaste le figure dell'immaginario artistico per tutti gli artisti occidentali, anche dopo la penosa rottura dell'eresia protestante.
Nel sistema musicale, addirittura, si sono venuti a creare dei topos come la Pastorale, i Concerti per la Notte di Natale, le Cantate per la Notte di Natale ed altri stilemi e forme musicali.

Nel Concerto di questa sera abbiamo una brillante e articolata panoramica su ciò che il Natale ha significato per gli artisti degli ultimi cinque secoli.

La canzone di Dowland (originalmente a quattro voci e liuto e qui nella versione arrangiata per flauto e chitarra) è scritta - originariamente - su di una lirica verso l'amata. Il grande compositore inglese la fa sua utilizzando un tipico tema di danza inglese, che richiama la natura, atmosfere arcadiche e bucoliche, che nel nostro immaginario collettivo spesso significano il Natale.

Nel secondo brano invece abbiamo il francese Debussy deciso a cimentarsi con un tipico canone musicale come la pastorale.

La lunga carrellata di autori dal figlio di Bach, Carl Philipp Emanuel con la famosissima Hamburger Sonate, continuando con i francesi Fauré, Pessard, Ravel, Tournier e Amorosi, abbiamo un susseguirsi di musica per flauto accompagnato, che se non direttamente composta per il periodo natalizio, ha nel particolare suono del flauto, un collegamento alla vita che nasce, alla natura che germoglia, al ruscello che scorre, che non sono altro che parafrasi del significato cristiano di Natale, cioè della possibilità, attraverso la nascita dell'Unico Salvatore del Mondo, di riscatto dal peccato originale e quindi di passaggio dalla morte alla vita, sia nel senso spirituale (tempo corrente) che nel senso materiale (tempo escatologico).

La Sonata del grande Giovanni Sebastiano Bach per violino e cembalo (questa sera nella versione trascritta per flauto e arpa) merita un discorso a parte. Se l'atmosfera rimane simile a quella precedentemente descritta, la musica però ci porta alle vette della letteratura sonatistica. Bach utilizza tutte le sue capacità, la sua scienza musicale per elaborare un prodotto che è divenuto un brano di repertorio da quasi trecento anni. La ricerca della perfezione ci trasporta fino ai brani natalizi seguenti. Il Sole nascente (immagine allegorica della venuta nel mondo del Figlio dell'Uomo) si realizza nel nostro immaginario ascoltando la purezza della musica del genio tedesco.

I brani successivi ci riportano direttamente alla tradizione musicale natalizia occidentale tra il XIX e il XX secolo. Se tutti conosciamo il brano di Berlin, un ebreo russo naturalizzato americano che scrisse molta musica per film e musical, tra cui il brano che questa sera ascoltiamo, così è anche per il brano O Holy Night di Adam.
Pochi però sapranno che il brano inizialmente fu scritto dal compositore francese per musicare la poesia "Minuit, chrétiens"del mercante di vini e letterato Placide Cappeau (1808-1877). Fu poi il pastore unitariano (eresia antitrinitaria, diffusasi negli Stati Uniti nel XVIII secolo) John Sullivan Dwight (1813-1893) a tradurre in inglese la poesia e a farla così conoscere in tutto il mondo. Chiaramente il protestante ha tolto via qualsiasi rimando alla tradizione cattolica, non si parla più di "Homme-Dieu discendi "(il Dio uomo è disceso, come recita il Credo) come nella poesia di Cappeau, bensì di "Our dear Saviour's birth "(il Nostro caro Salvatore è nato); Cappeau scrive "Noël, Noël, voici le Rédempteur "(Natale, Natale, ecco il Redentore), mentre Dwight traduce "O night divine, O night when Christ was born "(O notte divina, quando Cristo nacque), portando al passato il tempo presente di Cappeau. La musica rimane bellissima, ma è interessante notare come l'eresia porti a distorcere termini, parole e significati, rimandando al passato un avvenimento che hic et nunc, cioè qui ed ora per la vera tradizione cristiana. Cristo nasce adesso, nasce in questa Notte santa, torna tra di noi vivente e non un mero ricordo di una persona che fu, essendo lui il Vivente, il Figlio di Dio, seconda persona della Trinità.
Chi fosse interessato a verificare il testo francese, la riscrittura eretica di Dwight, la traduzione italiana e la corretta traduzione inglese può farlo in questa pagina.

Ma sicuramente il brano più conosciuto è Silent Night (originale Stille Nacht che in Italia è Astro del Ciel) dell'austriaco Gruber su poesia del sacerdote cattolico salisburghese Joseph Mohr (1792 - 1848) che richiama da vicino lo stile popolare di Sant'Alfonso Maria de Liguori (1696 - 1787), a cui dobbiamo la bellissima (musica e poesia) Tu scendi dalle stelle. Il brano è una dolce ninna nanna, su parole bellissime, tutte allegorie del nome di Cristo e richiami biblici. Stille Nacht è una vera e propria catechesi biblica sulla profezia della venuta di Nostro Signore, che ancora oggi ci fa vibrare della fede autentica di due uomini dell'Ottocento austriaco quali Gruber e Mohr, non ancora toccata dall'apostasia liberale e illuministica, che ha cercato di distruggere la fede popolare in quelle terre.