Fanin, il sogno della libertà

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coperinaTratto da Avvenire - Bologna 7 di domenica 14 dicembre 2008

La presentazione di volume «Giuseppe Fanin. Fedele a Cristo» - avvenuta martedì 9 dicembre alle 17.30 nella Sala Assemblee della Fondazione Carisbo - ha visto gli interventi del senatore Giovanni Bersani, del professor Giorgio Stupazzoni e dell’onorevole Virginiangelo Marabini che ha fatto anche gli onori di casa.

«Sono rimasti impressi nella mia mente e nel mio cuore quei tempi dove si doveva fare una scelta di campo, o di qua o di là» ha ricordato Marabini. «E noi» ha aggiunto «proprio per le nostre convinzioni, per l’educazione ricevuta in famiglia, nella parrocchia e nell’oratorio, non facemmo fatica. Dopo tanti anni possiamo dire che non siamo noi che ci siamo evoluti, ma sono altri che hanno capito che bisognava stare dentro a quel solco aperto da alcuni nostri maestri cominciando da De Gasperi, Einaudi, Saragat e da tutti coloro che hanno cercato di essere protagonisti del grande sogno della libertà e della democrazia. Fanin è stato anche un uomo politico, senza aver mai fatto politica attiva di partito. Egli aveva scelto la parte della libertà, aveva scelto l’occidente, che rappresentava la democrazia più avanzata».

«Eravamo anticomunisti» ha proseguito Marabini «non contro le persone, ma perché insegnavano l’utopia che nella vita si può conquistare tutto, ma sempre con la forza».

«Oggi è difficile parlare di Fanin come uomo di fede, perché probabilmente - forse la responsabilità passa anche attraverso le nostre esperienze - non abbiamo insegnato ai giovani che prima di tutto bisogna essere portatori di valori, credere in alcuni valori, bisogna sacrificarsi per questi».

«E Fanin» ha concluso «ha dato la vita. Ha dato tutto se stesso perché a monte c’era una formazione morale, spirituale e familiare. Credo che noi avessimo questo compito, di ricordare un nostro grande amico che sessant’anni fa dimostrò come si poteva guardare e realizzare il grande sogno della democrazia e libertà». (A.M.)